L'Ambiente

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Il Carso è innanzi tutto pietra e roccia e il suo fascino deriva dal contrasto fra queste e la vita e ricchezza di specie vegetali e animali che vi si insediano. La posizione geografica con la vicinanza del mare lo pongono in una zona climatica di transizione fra il regime atlantico e quello continentale con la creazione di microclimi che arricchendo la flora nelle sue specie ne diversificano il paesaggio .

         Il Carso Isontino è quello che più ha patito gli eventi della Prima Guerra Mondiale con la distruzione pressocchè assoluta della vegetazione. L’opera di rimboschimento  effettuata a più riprese ha portato alla formazione di ambienti con specie autoctone (leccio querciolo, carpino nero, frassino, ecc.)  unite al pino nero impiantato dopo i disboscamenti con lo scopo di colonizzare il terreno.

         La difficoltà e lentezza della crescita della vegetazione trovano documentazione nella vista di rocce sempre affioranti che possono costituire anche dei campi solcati (karrenfelder) o campi di “grize”( detriti che si formano per la dissoluzione di rocce del posto).  I rari appezzamenti coltivati sono stati bonificati con un’azione di spietramento e la successiva costruzione di muretti a secco.

         Caratteristiche sono le doline dalla forma ad imbuto con diametri variabili da pochi metri ad alcune centinaia e sul fondo la tipica terra rossa, frutto della dissoluzione delle rocce calcaree; viste dall’alto danno all’ambiente una sorta di visione lunare. Al loro interno, molto spesso coltivato, si crea una significativa stratificazione termica  così, in quelle più profonde , si possono venire a creare microclimi più umidi e di tipo tipicamente montano.

         Particolare suggestione assume la zona  nel periodo autunnale quando i gialli e i verdi ,propri della vegetazione del periodo, si mescolano al  rosso vivo degli arbusti del sommacco quasi ad evocare il sacrificio di tanti uomini caduti in una terribile guerra di cui si celebra il ricordo proprio il 4 novembre.